Come le creazioni di Harris Reed mettono in discussione la moda?
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Il suo nome risuona attraverso il mondo della moda e oltre, la sua visione sorprende, seduce, interroga. Le creazioni di Harris Reed aprono le conversazioni con il loro approccio gender-fluid, e instaurano una libertà dei corpi e del pensiero. Scoperta della sua moda colorata, XXL, spettacolare e dei temi che nutrono i suoi pezzi di semi-couture.
Chi è il creatore Harris Reed?
A soli 26 anni, il couturier anglo-americano ha già un bel percorso, e questo è solo l’inizio. Nutrito di grandi ambizioni e di un desiderio di avere un impatto per una generazione in cerca di rappresentanza, chi sognava di dirigere il proprio marchio, diventare direttore artistico, andare al MET Gala e sposarsi, ha già spuntato queste caselle, solo 3 anni dopo essersi laureato alla prestigiosa Central Saint Martins di Londra, e ora mira a nuovi territori di creazione presso Nina Ricci.
Sebbene i suoi genitori, artista per la madre e produttore di film premio Oscar per il padre, gli abbiano aperto alcune porte, la visione e il talento del giovane creatore gli hanno permesso di farsi notare e rispettare nel settore, diventando il designer più in voga, di cui tutti gli attori e cantanti desiderano essere avvolti dalla teatralità dei suoi drappeggi XXL sui tappeti rossi.
Dopo un’infanzia itinerante negli Stati Uniti, accanto alla madre e alla sorella, e un anno sabbatico in Francia, il suo arrivo a Londra ha segnato una svolta nel suo percorso iniziatico, sia verso il creatore, sia verso la persona che è diventato oggi. Due facce intimamente legate, che hanno affinato le sue creazioni in uno stile che definisce “Romanticismo diventato non binario”.
È alla rinomata Central Saint Martins che Harris Reed ha seguito un Bachelor, come molti creatori presenti nella serie Next in Fashion. La vita facendo bene le cose, Henry Lambert, allora stilista di Harry Styles all’epoca e presente all’evento The White Show della scuola, nota le creazioni di Harris Reed, che per l’occasione presentava un cappello bianco enormemente grande. Il creatore si ritrova così incaricato dallo stilista di creare gli abiti di scena del tour 2018 del cantante, e vede il suo lavoro sotto i riflettori.
Integrando la maison Gucci per uno stage, le creazioni di Harris Reed, il suo universo, e soprattutto il suo profilo androgino e la sua fluidità di genere vengono notati dall’ex direttore artistico fantasioso della maison, Alessandro Michele. Quest’ultimo lo mette in luce integrandolo in una campagna di profumi e facendolo sfilare durante la collezione crociera del 2019.
Con il diploma in mano, le creazioni di Harris Reed gli hanno permesso di ottenere una residenza presso l’hotel The Standard di Londra, dove ha potuto sviluppare la sua prima collezione, che ha aperto la prima Fashion Week gender neutral di Londra.
Condividendo le sue creazioni sui social, la sua fama cresce e si ritrova a creare abiti per grandi nomi, da Solange Knowles a Olly Alexander. Non proponendo sfilate classiche, le creazioni di Harris Reed sono presentate tramite red carpets, come quello del mitico MET Gala, o tramite performance, eventi e lavori di artisti come Sam Smith, Selena Gomez o Camille Charrière.
Nel 2020, Anna Wintour lo chiama per disegnare uno degli abiti indossati da Harry Style durante il servizio per Vogue, una gonna che ha sconvolto le menti e sciolto le lingue. Le creazioni di Harris Reed lo portano a posare lui stesso per la copertina di Harper’s Bazaar, prima di vestire Beyoncé per Vogue.
Vincendo numerosi premi, figurando in molte riviste dal New York Times a Elle, creazioni esposte al Victoria & Albert Museum di Londra, collaborazioni con Lexus, Etro, concezione con MAC Cosmetics e Missoma di gamme non generee… La visione e le creazioni di Harris Reed hanno costruito la sua fama portandolo a soli 26 anni a capo della creazione di una delle maison storiche francesi.
Perché le creazioni di Harris Reed fanno discutere?
Se le creazioni di Harris Reed si distinguono tanto, è per il loro messaggio e la nuova visione della moda che sostengono, e che si correla con le nuove aspettative della generazione Z.
Avendo sempre saputo chi era, e avendo fatto coming out all’età di 9 anni, solo arrivando a Londra e frequentando la comunità queer londinese ha scoperto la diversità dei profili e la nozione di fluidità di genere. Una svolta che lo ha fatto interrogare e plasmare la sua personalità giocando con la sua identità.
Un percorso iniziatico, in continuo sviluppo, che ha nutrito le creazioni di Harris Reed, che sono l’illustrazione della sua mentalità, della sua dualità e una forma di fuga. La sua moda si presenta, come lui sottolinea, come 50% design e 50% attivismo. Quello che il creatore cerca non è la bellezza, ma il fatto di condividere un messaggio, aprire discussioni e far avanzare le mentalità.
Il suo desiderio è offrire a tutti una moda inclusiva, uno spazio in cui è possibile sentirsi bene, sicuri, se stessi, fieri, senza paura di giudizi. È così che i suoi pezzi sono presentati da persone di qualsiasi appartenenza o non appartenenza a un genere, e di qualsiasi orientamento sessuale.
Questo aspetto del messaggio è ciò che ha creato una svolta nelle creazioni di Harris Reed, che lo hanno portato sulla strada del successo. Dopo creazioni che non si distinguevano, sia nel menswear che nel womenswear, il creatore ha operato una svolta creativa, quella di smettere di creare pezzi come “dovrebbero essere concepiti” e di creare pezzi come quelli che indossava. Vale a dire, abiti in cui si sentiva bene, valorizzato e sicuro di sé.