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Affiche du film Emilia Pérez Why Not Productions, Page 114, Saint Laurent Productions

Saint Laurent Productions punta agli Oscar con Emilia Pérez

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Selezionato di recente per rappresentare la Francia nella corsa agli Oscar, Emilia Pérez, il nuovo film di Jacques Audiard, conferma la scommessa cinematografica intrapresa da Saint Laurent Productions. Un ritorno su questa parentesi musicale, sullo sfondo di temi profondi e costumi dalla taglia perfetta.

Saint Laurent Productions, alla ricerca dell’inedito

Che si tratti della sua decisione di aprire una casa di produzione a tutti gli effetti o dei talenti rappresentati, Saint Laurent sembra voler distinguersi cercando l’inedito. Una ricerca di singolarità che è anche presente nei temi trattati dai progetti a cui l’entità si unisce.

Dopo aver accompagnato i primi passi di Pedro Almodóvar nel western, con A Strange Way of Life, Saint Laurent Productions ha puntato su Jacques Audiard e il suo musical che incrocia i generi. Un film ambizioso e audace, che si è distinto, in particolare, al Festival di Cannes, con una selezione e due premi (premio della giuria e premio per l’intero cast femminile).

Notiamo, a proposito, che la casa di produzione aveva in totale tre film selezionati sulla croisette, con anche Les Linceuls (The Shrouds) di David Cronenberg e Parthenope di Paolo Sorrentino.

Mescolando generi e estetiche, Emilia Pérez continua a ritagliarsi un posto d’onore nei festival e nella stagione delle cerimonie che si profila all’orizzonte. Il film del regista francese è stato scelto, infatti, contro Miséricorde, Il Conte di Montecristo e All We Imagine As Light per rappresentare la Francia agli Oscar. Non resta che scoprire se riuscirà a imporsi nella selezione finale. Per questo, appuntamento il 3 marzo prossimo!

Emilia Pérez, traffico su sfondo musicale

Che il film affascini o meno il suo pubblico, non si può negare la sua singolarità e il suo azzardo. Sia nella forma che nel contenuto. Con Emilia Pérez, Jacques Audiard unisce due universi agli antipodi per immergerci in una realtà difficile da affrontare. Quella dei cartelli e degli affari oscuri che vi si svolgono.

Il cineasta francese riesce, ancora una volta, a modellare personaggi forti, interpretati da un cast brillante. Sostenuto da Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana e Selena Gomez, questo dramma musicale affronta sullo schermo i temi della transidentità e della criminalità con modernità.

È attraverso il musical che il regista mette in risalto il percorso di queste donne, ognuna attraversando una fase chiave della sua vita. Questa incrocio di destini mette in luce le forze e le debolezze di ciascuna, attraverso canzoni che sembrano essere grida del cuore.

Pur essendo una grande amante del genere musicale, la ricetta non ha funzionato del tutto su di me, ma sembra affascinare la maggior parte degli spettatori. La fusione delle influenze estetiche mi ha anche lasciato un po’ confusa, ma sarà senza dubbio apprezzata!

Tra costumi di scena e di vita

Il lavoro di Anthony Vaccarello sui costumi risuona con la mescolanza di generi proposta dal film. Infatti, mentre alcuni abiti si ancorano nella quotidianità, altri assumono aspetti di costumi di scena. Il guardaroba di Rita Moro Castro (Zoe Saldana) illustra particolarmente bene questo punto. Essendo avvocato, i suoi outfit costituiscono per lei un’armatura che segna il suo status e impone rispetto.

Troviamo così tailleur ricchi di carattere, affrontando al contempo tagli femminili. Il suo completo, di un rosso intenso, colpisce in particolare durante un numero musicale.

Per Emilia Pérez (Karla Sofía Gascón), il costume è un modo per rinascere una volta realizzato il suo cambiamento di genere e sesso. I capi si adattano così alla sua identità e creano visivamente una nuova realtà per lei, ma anche per i suoi cari, che non conoscono la verità.

I costumi di Jessi del Monte (Selena Gomez) permettono di caratterizzare, da un lato, il milieu a cui appartiene, e poi, di accentuare la sua discesa emotiva e psicologica. La scopriamo, dunque, con uno stile Mob Wife, che viene progressivamente sostituito da abiti dallo spirito Party Girl, evidenziando la sua instabilità.

Mentre ogni guardaroba è pensato secondo un personaggio specifico, una visione comune si fa notare nella ricerca di capi che valorizzano ogni donna. I tagli, i materiali, i colori e i motivi sottolineano i caratteri, le forze e le debolezze di ciascuna con intensità e si combinano con eleganza alla messa in scena di Jacques Audiard.

La visione del cineasta e del direttore artistico di Yves Saint Laurent ci offre così uno splendido spettacolo visivo, che merita totalmente un posto nella corsa agli Oscar! Why Not Productions e Page 114 completano il team.

Se anche voi desiderate esprimere la vostra femminilità e carattere, vi abbiamo trovato l’insieme perfetto:

Foto di copertura: © Why Not Productions

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