
Dalla fast fashion al second hand: ritorno sul successo della moda online
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Negli ultimi anni, l’industria della moda online ha conosciuto un’ascensione fenomenale, la cui nascita può essere strettamente collegata all’emergere dell’e-commerce. Gli articoli di moda sono stati infatti tra i primi a essere offerti sulle piattaforme di vendita online. Col passare del tempo, il concetto di fast-fashion ha preso le redini di questa industria, ma le sue conseguenze potenzialmente dannose non possono essere ignorate. È così che il secondo mano è diventato una preoccupazione centrale, suscitando anche un entusiasmo crescente per quella che ora chiamiamo la “rivoluzione del secondo mano”. Oggi, questo mercato è completamente digitalizzato grazie alla moltiplicazione di piattaforme dedicate, il che rafforza la nostra coscienza ambientale. La fast-fashion sta scomparendo a favore del secondo mano?
L’ascensione fulgurante della moda online
All’era attuale, Internet è diventato il principale canale di transazioni, rivoluzionando il modo in cui facciamo i nostri acquisti, qualunque sia la loro natura. Questa trasformazione ha catalizzato lo sviluppo di vari settori, con la moda in prima linea.
Alle origini della moda online
Da un certo numero di anni, il commercio elettronico si è eretto a uno spazio privilegiato sia per i creatori di moda che per le aziende di distribuzione, offrendo una piattaforma inestimabile per la promozione e la vendita dei loro prodotti. Questa virtualizzazione dell’universo della moda ha aperto la strada a un’esposizione ottimale dei prodotti, consentendo agli acquirenti di esaminare attentamente ogni aspetto che li interessa. Il settore della moda online ha così conosciuto una crescita spettacolare, caratterizzata in particolare dall’emergere della fast-fashion.
Tuttavia, è imperativo che i nostri modi di consumo evolvano in un’ottica di rispetto dell’ambiente, riconoscendo la necessità di pratiche più sostenibili per il futuro.
Il lato oscuro della fast-fashion
La fast-fashion incarna una forma di iper-consumo che ha profondamente rimodellato il nostro modello economico, diventando il punto centrale di una trasformazione economica maggiore. Il termine “fast-fashion” è emerso per la prima volta negli anni ’90. L’arrivo in Francia di marchi come Zara o H&M ha segnato l’inizio della produzione di massa di abbigliamento di qualità mediocre, uno schema che si basa su economie di scala. L’industria della moda ha colto questa opportunità e ha cavalcato quest’onda di successo. Infatti, questi marchi rinnovano le loro collezioni mensilmente, inducendo così i consumatori ad acquistare frequentemente. Questa accelerazione del desiderio di acquisto spinge anche i consumatori a disfarsi dei loro vecchi vestiti per acquisirne di nuovi.
Tuttavia, le ripercussioni ambientali di questo modello sono considerevoli. La trasformazione delle materie prime in tessuto comporta la generazione di una quantità significativa di rifiuti tossici, il che, come sapete, è estremamente dannoso per il nostro pianeta.

La rivoluzione del secondo mano
In risposta all’ascensione della fast-fashion, il mercato dell’usato, e in particolare della moda sostenibile, si sviluppa a sua volta e attrae un numero crescente di consumatori.
Digitalizzazione del mercato
La digitalizzazione del mercato del secondo mano ha notevolmente popolarizzato l’acquisto di abbigliamento usato sotto ogni sua forma. Numerose piattaforme come Leboncoin e Vinted hanno posto il secondo mano al centro della loro offerta. Negli ultimi anni, hanno conosciuto una crescita esponenziale. Leboncoin si distingue come un attore principale nel mercato dell’usato, mentre l’app Vinted si profila come la sua principale concorrente. Con milioni di utenti e circa 400.000 articoli aggiunti ogni giorno in Francia, Vinted tocca ora un pubblico di tutte le età. Inoltre, nuove piattaforme di questo tipo stanno nascendo regolarmente.
Rafforzamento della coscienza ecologica
Dopo il settore petrolifero, l’industria della moda si posiziona come la seconda industria più inquinante, ed è diventato evidente che gli acquirenti sono sempre più consapevoli di questa realtà. Ognuno, a modo suo, si sforza di contribuire alla preservazione del nostro ambiente. Infatti, la maggior parte dei clienti che frequentano le piattaforme di secondo mano esprimono la loro preoccupazione ecologica come principale motivazione. Di fronte all’urgenza della crisi climatica, la protezione dell’ambiente deve rimanere una priorità indiscutibile.