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Anna Wintour

Anna Wintour lascia il suo incarico di Direttrice Responsabile di Vogue!

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Dopo 36 anni al timone della famosa rivista di moda americana, la papessa della moda Anna Wintour ha annunciato il suo ritiro dal ruolo di direttrice di Vogue US. Una pagina storica si gira nell’universo della stampa e della moda internazionale.

Questa decisione, sebbene attesa da diversi anni, è stata confermata il 26 giugno 2025, provocando uno shock nell’industria. A 75 anni, Anna Wintour non abbandona completamente la scena: mantiene le sue funzioni di Chief Content Officer di Condé Nast e di Global Editorial Director di Vogue. Continuerà quindi a influenzare la direzione editoriale globale, ma cede il posto a un·a successore·a per la guida del titolo americano.

Un’influenza di quasi 40 anni…

Impossibile immaginare il panorama fashion senza di lei. Anna Wintour, l’icona glaciale con il taglio impeccabile, si congeda dopo 37 anni al timone di Vogue US. Colei che ha ispirato il personaggio cult di Miranda Priestly in Il Diavolo veste Prada ha plasmato l’universo della moda come poche altre. Nata a Londra, inizia la sua carriera nel Regno Unito prima di prendere le redini di Vogue UK nel 1985. Due anni dopo, approda a New York e trasforma Vogue in una vera e propria bibbia dello stile, tra potere editoriale, flair avanguardistico e front row temuta.
Pilastro del Met Gala che supervisiona con una precisione chirurgica e influencer ante litteram, Anna Wintour ha ridefinito ciò che significa “essere alla moda”. Niente di meno.

Cosa ha portato Anna Wintour alla moda e ai designer

L’anno scorso, era da noi per consegnare la Medaglia dell’Ordine delle Arti e delle Lettere a Simon Porte-Jacquemus. Ma se per le persone della moda (e per Bourdieu immagino), la moda è un teatro, allora Anna Wintour è stata a lungo la regista e talvolta la drammaturga dietro le quinte. Con il suo taglio impeccabile e gli occhiali da sole come firma, non ha solo diretto Vogue: ne ha ridefinito il DNA. Quando osa, già nel 1988, una copertura che mescola jeans sbiaditi e alta moda, rompe con un gesto le barriere tra lusso e quotidianità. Un mix di generi diventato da allora un riflesso per tutta una generazione.

Anna ha questo raro dono di scoprire la scintilla in un creatore prima che egli infiammi le passerelle. Galliano, McQueen, Jacobs… Tanti nomi che ha sostenuto, lanciato, a volte persino salvato. La sua influenza va oltre le pagine patinate della rivista. Ha portato la moda nella sfera politica, culturale, pop. Con lei, Michelle Obama diventa icona di stile, Kim Kardashian si invita in copertina, e Vogue diventa tanto una bussola estetica quanto uno specchio del mondo.

In grande sacerdotessa del Met Gala, orchestra ogni anno l’incontro tra arte, moda e potere. Sotto il suo occhio affilato, la moda ha continuato a raccontare storie più inclusive, più audaci, più umane.

Anna Wintour ha offerto ai designer molto più di un trampolino: una visione, un quadro, un respiro. Quello di una moda che osa, che ispira e che, soprattutto, non si scusa mai di essere se stessa.

Il futuro per Anna Wintour?

Va bene, lascia il suo posto, ma non temete, rimane da un lato nel gruppo Condé Nast e sicuramente non smetterà di venire alle sfilate.

L’annuncio dell’uscita di Anna Wintour pone una questione centrale: come sarà Vogue senza di lei? La risposta dipenderà dalla capacità della rivista di adattarsi senza rinnegarsi. Perché se l’era Wintour si conclude, la sua impronta rimane indelebile: rigore, eleganza, potere di prescrizione e senso acuto del timing.

Mentre il mondo della moda trattiene il fiato, una cosa è certa: questo addio è lontano dall’essere una fine, è persino una promozione. D’accordo, però, fa un po’ strano comunque.

Immagine in evidenza: ©Getty

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